CI HA CONDOTTI IN FRANCIA LA MACCHINA DA SCRIVERE
“Da molti anni non si parlava di arte italiana all’estero. Finalmente abbiamo rotto l’incantesimo e dopo questa esperienza ne vogliamo allestire numerose, in tante altre importanti città del Mondo”. Mi ha detto così la dott.sa Maria Paola Maino, fondatrice e direttrice degli archivi delle Arti Applicate di Roma, trasferitasi per due anni a Parigi, per realizzare presso il Musée d’Orsay, l’esposizione “La Dolce Vita?”, che prende in rassegna ed esalta il pensiero innovativo e la rivoluzione in campo artistico e industriale italiano dal ‘900 al ‘940, attraverso il futurismo, l’arte decorativa e il disegno.
Nel periodo considerato l’Italia viveva una fase di grosso fervore, come mai in passato: felici di farlo, collaboravano pittori, ceramisti, vetrai, disegnatori e artisti di tutti i settori, tanto da creare un apprezzato proprio “stile italiano”. Ne sono la dimostrazione le oltre cento opere esposte. Il nuovo stile fu l’inizio del nostro design moderno, una nuova era che esprimerà tutta la voglia e la necessità di progresso della “piccola” Italia, da poco unificata e fortemente desiderosa di entrare a pieno titolo nel consesso delle nazioni più avanzate del Mondo.
La Mostra che parla solo italiano, rimarrà aperta dal 14 aprile al 13 settembre, poi proseguirà al Palazzo delle Nazioni a Roma, per altri sei mesi. L’iniziativa è stata voluta e sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali e la scorsa settimana lo stesso ministro Dario Franceschini è venuto a Parigi per accertarsi sull’andamento dei lavori di allestimento.
Siamo stati invitati a partecipare all’inaugurazione perché rappresentanti del Museo della Macchina da Scrivere di Milano, gemellato con Il Museo Dinamico della Tecnologia Adriano Olivetti voluto dal CeSAF Maestri del lavoro d’Italia. Il Museo di Milano ha contribuito all’allestimento della Mostra con il prestito di un proprio pezzo pregiato. Si tratta della prima macchina portatile, la MP1 – ICO, prodotta dalla Olivetti nel 1932, su design degli ingegneri Aldo e Alberto Magnelli e iniziativa di Adriano Olivetti, considerato uno dei più avveniristici design industriale e non solo.
In anteprima, solo per i prestatori di opere d’arte, è stato consentito l’accesso ai saloni della Mostra. Con grande interesse abbiamo attraversato lunghe gallerie, dove sono esposte opere insigni di Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato De Pero, Giorgio De Chirico, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Segantini, Carlo Carrà, Lucio Fontana e Mario Sironi. Sono esposte anche diverse opere in porcellana di Gio Ponti, ceramiche artistiche della Richard Ginori e pezzi finissimi di vetro di Murano. Tutte appartenute al “realismo magico” dei primi quarant’anni del XX secolo, fantastico e tragico nel medesimo tempo.
La nostra “macchinetta” è collocata in una bacheca insieme a un’opera di Gio Ponti e nella sala insieme alla prima Moka Express di Alfonso Bialetti, al primo apparecchio radio e a vasi e mobili di legno, dalle forme innovative.
L’inaugurazione ha registrato il momento più coinvolgente quando siamo entrati nel salone dei ricevimenti del M’O, ricco di affreschi, specchi e candelabri artistici, e il Presidente Guy Cogeval, alla presenza delle autorità e all’Ambasciatore Italiano in Francia, ha illustrato lo scopo e le finalità della “Dolce Vita?”, che intende attirare l’attenzione del Mondo sulle capacità artistiche, sulla creatività, l’ingegno ed il talento del popolo italiano.
La nostra MP1 – ICO (Industria Camillo Olivetti) ci ha portati a Parigi, che abbiamo rivisto volentieri, con i suoi numerosi monumenti illuminati e valorizzati da tre brillanti giornate di primavera. E ci porterà anche a Roma, al Palazzo delle Nazioni, quando sarà trasferita nella Città Eterna.