Laurea Honoris Causa al mdl Ciro Sinagra

Festa grande in casa CeSAF per l’assegnazione della Laurea Honoris Causa in scienze turistiche ad indirizzo economico al mdl dott. Ciro Sinagra. Il senato accademico  della libera facoltà di scienze turistiche Umberto Fragola visto il curriculum professionale e la sua docenza presso la Federico II nonché le numerose pubblicazioni presentate,   all’unanimità ha deliberato di conferire il prestigioso riconoscimento.

Nella sua  lectio magistralis il dott. Sinagra ha affrontato il tema del “turismo industriale”:  una grande opportunità che affiancato ai percorsi  museali tecnologici   rappresenta uno sviluppo economico rilevante per la nostra nazione.

Il consiglio direttivo del CeSAF nel congratularsi  con il mdl Sinagra, fa auspicio che metta a disposizione dei giovani, come ha fatto per il passato,  la sua preparazione  nel percorso fitto ed impegenativo all’ alternanza scuola lavoro nelle scuole superiori.

di seguito riportiamo una parte della  interessante e proficua  relazione.

Rettore Pietro Farina,  professori del senato accademico, sono particolarmente grato al Centro studi ed alta formazione maestri del lavoro d’Italia di avermi messo in contatto con la Libera Università Scienze turistiche Umberto Fragola. Una delle realtà del nostro territorio che è la più antica in Italia. Infatti fin dal lontano 1968 il professore Fragola comprese l’importanza del turismo quale  elemento di sviluppo economico, culturale e sociale di un paese.

La mia esperienza in questo settore viene da lontano e non certo solo per diletto, ma anche e principalmente per lavoro. Mi interesso della ricerca e sviluppo della Multinazionale “Laminazione sottile” e per questo viaggio per promuovere ed acquisire nuove opportunità per la crescita dell’impresa.

Abitualmente quando si parla di turismo ci viene in mente l’arte, la cultura,la storia, l’ enogastronomia e qualche eccellenza naturalistica, ma di quella che è stata la storia industriale e i suoi sviluppi  lo si ignora.

Un dato per tutti, quando la nostra provincia ha vissuto il periodo della grande industrializzazione negli anni sessanta e settanta del secolo scorso, l’economia legata al turismo ha vissuto un periodo di grande attenzione ed economicamente di grande valenza.  Alberghi pieni per ospitare manager, dirigenti e quadri;   aumento del reddito pro capite dei residenti, del pil prodotto ed altro. Lo stesso turismo tradizionale ne ha tratto beneficio tanto  che la nostra Reggia di Caserta raggiungeva un numero enorme  di visitatori (circa un milione e duecentomila all’anno)  e  si annoverava tra i monumenti tra i più visitati in Italia. Seconda  solo agli scavi di Pompei. Le cose sono cambiate con l’avvento della globalizzazione e quei primati sono e rimangono, malgrado gli sforzi  per recuperare, ancora molti lontani.

Del turismo legato all’industria si parla invece poco. Forse perché molte delle figure professionali che si occupano del settore  hanno formazione e passioni di area umanistica e tradizionale.

Al patrimonio e al turismo industriale guarda anche l’Unione Europea, con l’obiettivo di presentare nuovi prodotti e differenziare l’offerta. Ma non solo: c’è un altro importante obiettivo dichiarato, ovvero quello di contribuire alla ripresa economica e alla creazione di posti di lavoro nelle regioni in declino post industriale.

Sarebbe un errore però parlare di turismo industriale solo per visita ad aziende dismesse o ad attività legate a musei che fanno riferimento alle industrie storiche del nostro paese e di altri.

Si potrebbe creare negli info point  turistico un settore che orienta alle zone industriali come quello, presso il Museo Ferrari di Maranello, che informa  i turisti interessati alla scoperta del patrimonio motoristico dell’Emilia-Romagna, o realizzare un programma  multimediale come quello che illustra la  Manodopera del Museo della Ceramica di Fiorano Modenese .

Quello del turismo industriale è tutto da creare e  va quindi definito il termine. Il turismo industriale potrebbe essere visto da tre punti: quello del turista, quello delle aziende e quello degli operatori del turismo/del territorio..

  • Per il turista, si tratta di andare alla scoperta delle  tradizioni produttive dei territori, visitando un’azienda, un’area industriale, anche percorrendo itinerari che includano diverse tappe (diverse aziende o diversi luoghi, protagonisti ad esempio delle varie fasi del processo produttivo, dalla materia prima al test, al lancio sul mercato). Questi turisti sono quelli, che integrano quest’esperienza nel loro viaggio o ne fanno la motivazione principale, ma sono anche turisti business, clienti, studenti, che hanno a vario titolo interesse per quel prodotto e per come viene realizzato.  Il punto è spesso proprio questo: la curiosità di vedere dove un prodotto nasce e come lo si progetta e lo si realizza, chi lo fa, con quali strumenti, quali conoscenze Interessa , come si è evoluto nel tempo e, magari, cosa prospetta il futuro.
    Vedere come le cose vengono realizzate, quale esperienza e sapienza ci stiano dietro, quale lavoro di ricerca, ingegno ed ostinazione…  è davvero affascinante. Come lo sono le storie degli imprenditori, tra fallimenti e colpi di genio, e quelle delle aziende, che in fondo sono pur sempre fatte di uomini (e qui cito Enzo Ferrari, Adriano Olivetti, e la stessa storia delle mia azienda che trovereta a completamento della mia esposizione.

 

  • Per le aziende Il patrimonio industriale è qualcosa che tante volte i sottovaluta. Non da tutti però, ma  purtroppo dalle aziende stesse che  buttano letteralmente via la loro storia. Che faticano a vedere e cogliere l’opportunità di conservare la tradizione ed il percorso storico e farne, anche, perché no, un elemento di valore, centrale in uno storytelling efficace, in un’operazione di trasparenza . Insomma: un tassello importante della strategia di marketing fino ad arrivare, a volte, ad essere anche parte integrante del business di quell’azienda, come può esserlo il merchandising.

 

  • Per il territorio e gli operatori del turismo. Il turismo industriale e del Made in Italy è una possibilità per il territorio. Esiste il turismo business di chi viaggia per lavoro e inevitabilmente si trova a fruire di servizi turistici, quali alberghi e ristoranti, ma che può essere attratto e coinvolto anche da proposte aggiuntive. Qui però tocca anche agli attori del turismo e a tutto il territorio “farsi sotto”.
    Studenti, ricercatori e turisti come tali possono essere attratti da questo tipo di obiettivo. Putroppo  però faticano a trovare risposte adeguate in un territorio che fino al giorno prima non faceva del turismo leisure o scolastico una fonte di reddito. La conseguenza è la mancanza di servizi adeguati, ad esempio di strutture ricettive adatte ad ospitare scolaresche (per prezzo, per tipologia), di ristoranti con numero di coperti adeguati, di parchi attrezzati per pranzi al sacco, posteggi adatti a pullman, servizi per famiglie… e così via. Al solito, se si pensa di avere questo potenziale, se i segnali ci sono, può valere la pena di saper cogliere una tendenza e adeguarsi…

Insomma, il turismo industriale funziona, prende piede… e potrebbe funzionare ancora meglio! Quel che manca, forse, sono la consapevolezza e una rete di attori adeguata che lavori nel senso di una visione comune. Ma quando si comincia a fare qualcosa, si muovono i primi passi, i successo arriva.

Grazie per l’attenzione.

 

 

maestridellavoro
ll “Centro Studi e Alta Formazione Maestri del Lavoro d’Italia” in sigla “CeSAF MAESTRI DEL LAVORO” è legalmente costituito in associazione culturale, senza scopo di lucro. Cura e promuove la formazione dei Maestri del Lavoro aderenti e degli affiliati laici intesi come persone non insignite Stella al Merito, ma che perseguono gli stessi fini quali: favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e a diffondere i sani principi a esso connessi, così come richiesto dal decreto del ministero del lavoro firmato dal presidente della repubblica per l’assegnazione della Stella al Merito.

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