d i Giuseppe Ferraro
All’alba del mattino l’azzurro del cielo è tanto più intenso e terso che pare coprire il nero del buio che ne fa risaltare il colore. È la giornata dello sciopero del clima. L’ha decisa una ragazzina. E saranno in maggioranza adolescenti e bambini a manifestare oggi per le strade, perché i bambini sono i più vicini all’inizio della vita, ne portano il sapore. Gli adolescenti sono ancora bambini e non ancora adulti.
Vivono quel momento di mezzo dell’età che dall’aurora viene all’alba, coprendo d’azzurro il buio del tempo che lo rende ancora più intenso. Non stupisce che siano loro, quelli che per l’età non hanno diritto di voto, che non hanno ancora i documenti d’identità, che non possono viaggiare o emigrare senza essere accompagnati o avere il permesso di soggiorno documentato degli adulti. Sono migranti senza permesso.
Contro chi fanno sciopero? Per cosa lo fanno? Per il clima. si dice. Credo però che la loro voce non sia classificabile nella sola rubrica dell’ecologia. È la Terra che si è messa in sciopero. I Greci, che sono il tempo mitico dell’adolescenza della nostra storia, avrebbero raccontato di come la Terra sia apparsa in sogno alla piccola Greta e abbia preso le sue sembianze, lasciandola continuare continuare a sognare e venendo con quel sogno in strada a dire della sua sofferenza. I Greci l’avrebbero descritta esattamente così nell’aspetto, con le sue treccine e con la stessa età. Il clima poi non richiama soltanto il meteo. Il clima si respira.
Così diciamo che si respira un brutto clima politico, quando c’è violenza e paura, quando ci si fa male. Non è solo per le stagioni allora, che ne sono la conseguenza, lo sciopero è per il clima che significa tutto ciò che ci entra dentro e ci fa vivere. Il nostro stato d’animo, il sentimento del mondo.
La Terra chiede di respirare ed è in affanno, siamo noi che soffochiamo e che manchiamo del respiro pieno della vita. Bisogna cambiare ambiente, si dice, quando le cose vanno male. La Terra si è messa in sciopero. Lo fa con il sogno di Greta. La Terra si è messa in strada con adolescenti e bambini. Contro chi sciopera? Chi produce questo clima? Chi non ci fa respirare la vita? Chi fa così male? Sono gli adulti. Greta lo ha detto bene, i bambini, gli adolescenti non votano, non hanno potere, sono alla porta dei diritti, migranti che bussano alla porta di una vita senza guerra e violenza.
Chiedono di non diventare adulti così, chiedono agli adulti di cambiare sviluppo, di non farli crescere come loro, di non fare della crescita lo sviluppo dissoluto della vita. Sono le persone che devono cambiare. Non è l’elettrodometico o il risparmio energetico, non sono gli effetti, sono le persone che devono cambiare. Se i bambini e gli adolescenti sono il futuro, adesso è futuro, è presente. Non aspetta più, non verrà. Si rifiuta di aspettare. Non si lascia più denigrare dagli adulti che ripetono la litania che i giovani non sono come sono stati loro giovani e che non vogliono fare niente di quello che hanno fatto loro e che sono dietro i cellulari e i computer e non scendono in piazza come facevano loro.
Questa volta non è un flash mob, è una manifestazione immensa, come se di colpo il “territorio digitale” sia diventato “reale”, “personale”. Adesso è finita, il futuro si è presentato, non come quello che diventerà come gli adulti ma come quello che rifiuta l’essere adulti così. È lo stile di vita che deve cambiare. L’essere adulto deve cambiare. Mai così pressante è stato questa esigenza che lo “sviluppo economico” non sia di come sopravvivere con violenza, ma come dare mondo alla vita che nasce e che viene, quella di ognuno, di ogni vivente che è figlio della Terra. I bambini e gli adolescenti sono la voce della Terra.
Questa mattina con l’alba mi sono ritrovato all’ultima pagina di Simona Weil: «Quel che va perseguito con tenace pazienza, è il tentativo di tracciare le linee di un effettivo cambiamento, personale e sociale, tra individui accomunati dalla volontà di ridurre ogni tipo di oppressione, economica, sociale, culturale, spirituale … Solo una risoluta presa di distanza dai vecchi inganni può alimentare una fragile e temeraria speranza nella nascita” di un nuovo sentimento del mondo, aggiungo, “fragile e temerario” come la voce adolescente e bambina. La fragilità deve farsi temeraria perché si ritorni ad essere, pensare e parlare per la vita fin qui rimasta impensata e non ascoltata. Questa notte è stata terribile, buia, la follia di chi ammazza persone che pregano è la più assurda infamia fatta alla vita della Terra, rende cupo il mondo. È il clima che deve cambiare, il nostro clima, il nostro respiro, le nostre parola, la nostra voce. È come stiamo insieme che siamo, per un presente non più messo all’attacapanni della storia e fuori dall’uscio del futuro. Il tempo è tutto insieme in una contemporanea età della vita di cui ognuno è significante, che sia già stato e che sarà, è qui presente, ancora e già, come la Terra è viva di tutti i suoi millenni.