Ultimi in Europa per competenze letterarie e scientifiche

Senza generalizzare, non è difficile constatare che oggi ai genitori sembra non interessi tanto la formazione culturale dei loro figli, quanto la loro promozione, per ottenere la quale, invece di stimolare i loro figli allo studio, la cui scarsa applicazione appare evidente anche a loro, preferiscono contentare i professori.

Quest’operazione incomincia alle scuole elementari, quando i bambini iniziano a conoscere un mondo nuovo rispetto a quello familiare, imparano a socializzare e proiettare la loro fiducia, prima rivolta ai soli genitori, anche sugli insegnanti.

 Parlare male degli insegnanti davanti a loro, contestarli nelle riunioni di classe, ha come unico effetto non quello di rassicurare i bambini dell’amore dei loro genitori, ma di disorientarli, inducendo in loro quella sfiducia di base, per cui non sanno più di chi fidarsi. Il risultato è la demotivazione e il disimpegno.

Non tutti gli insegnanti sono all’altezza del loro compito, ma la contestazione si rivolge soprattutto agli insegnanti più impegnati ed esigenti, perché a rischio c’è la promozione.

La nostra scuola, inoltre, a furia di essere riformata a ogni cambio di ministro, è diventata sempre meno esigente. I ragazzi non conoscono più il loro valore e il loro rendimento perchè sono stati aboliti tutti quegli esami intermedi che una volta verificavano la preparazione in seconda e in quinta elementare, in terza media, al termine del biennio delle scuole superiori e infine alla maturità.

Oggi l’esame di maturità è il primo che gli studenti incontrano dopo 13 anni di scuola. E in quell’occasione intervengono medici, dietologi, psicologi e naturalmente i genitori, per assisterli e confortarli in una prova d’esame che prevede la preparazione in sole quattro materie, annunciato con mesi d’anticipo, dove l’insufficiente preparazione può essere compensata da crediti maturati in abilità extrascolastiche o da ricerche improbabili ricavate da internet.

Messa in questione ogni forma di autorità, tollerata ogni forma di indisciplina, giustificato ogni impegno scadente (anche per la complicità di alcuni professori che, per non avere noie con ricorsi al Tar, promuovono tutti), fatta salva la forma, la sostanza dell’attuale preparazione scolastica è davvero deprimente, per non parlare dell’aspetto formativo a cui la nostra scuola rinuncia, perchè già fatica a raggiungere un livello formativo che sia degno di questo nome.

Non a caso siamo agli ultimi posti non solo in Europa, quanto a competenze letterarie e scientifiche. Ma questo non sembra preoccupare i genitori a cui importa solo la promozione, il diploma, la laurea, a prescindere da quanta cultura è stata acquisita dai loro figli che poi vengono anche premiati per i risultati raggiunti. Ma non dimentichiamo che un Paese incolto, e che per giunta non legge, in un mondo globalizzato non è in grado di competere con chi è molto più preparato che in altri parti del mondo.

di Umberto Galimberti

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