Una giornata particolare, quella che ci ha voluto regalare in Comm. Emilio Iuliano responsabile dell’associazione Anla di Napoli: delle ore da passare con gli studenti provenienti da tutta la Regione Campania in visita di Istruzione.
A fare da guida l’architetto Luigi Maglio uno storico ed appassionato della materia, che ci ha introdotto nei misteri di un Castello simbolo della città più bella al mondo.
Un viaggio tra storia e leggenda a contatto con l’azzurro del mare e Via Caracciolo, mentre i gabbiani volteggiando arricchivano di più la fantasia dei maestri riportando in loro ricordi e passioni giovanili. Momenti nostalgici alla riscoperta di angoli reconditi di quando studenti universitari si scambiavano effusioni amorosi con la ragazza di turno.
ra un sbaciucchiamento ed un commento al docente severo di Storia Moderna (Giuseppe Galasso) ed una lezione su Popper il tempo passava veloce tra sensazioni e fascino.
a Castel dell’Ovo Storia e leggenda si mescolano un tempo totalmente isolato sul mare e oggi collegato alla terraferma da un ponte. Secondo i racconti fantastici il toponimo (diffusosi nel XIV secolo) non deriverebbe tanto dalla pianta a ellisse allungata, ma da un uovo incantato qui posto da Virgilio, ritenuto un mago nel medioevo. La storia parla invece dell’isolotto di «Megaris» su cui si era estesa una parte della villa di Lucullo; divenne cenobio basiliano e fu munito di fortificazioni già in età pre-normanna, anche se il castello vero e proprio si deve ai normanni e a Federico II, che ne fece una residenza reale e sede del regio tesoro, funzioni mantenute anche con gli angioini. Le caratteristiche medievali della complessa cittadella fortificata scomparvero dopo le distruzioni dell’assedio del 1503, quando venne adattato alle più moderne tecniche di difesa per subire ulteriori trasformazioni nel ‘600 e nel ‘700; radicali lavori di ristrutturazione sono seguiti alla cessazione del suo uso militare (1975). È fiancheggiato e attraversato per tutta la lunghezza da una strada in continua salita;vi si segnalano – oltre a vedute impressionanti e spettacolari sulle cortine murarie, sul mare e sulla città – alcune strutture che mostrano la stratificazione monumentale, come la cosiddetta sala delle Colonne e i loggiati di età gotica e aragonese. Sede della Direzione Regione per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, è luogo di mostre e manifestazioni culturali e accoglie in alcuni ambienti le raccolte del museo di etnopreistoria, con utensili preistorici, fossili, ceramiche e materiale etnografico. Spettacolari a Capodanno i fuochi d’artificio che incendiano la rocca.